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Oramai è chiaro.

Il nuovo trend della Politica è quello di avventarsi come sciacalli sulla preda ferita gravemente, nel questo caso il Sistema Giustizia.

Dalla pronuncia della parole della Riforma Giustizia voluta dell’Europa da parte del Governo Draghi c’è stato un liberi tutti che ha rifatto riemergere mostri del passato, nonchè zombies mai manifestatisi.

PREMESSA: il Sistema è palesemente sofferente, in alcuni casi gravi e di questa crisi sono stati e sono tuttora sicuramente pezzi della Magistratura, sia giudicante sia requirente. Questo costituisce un postulato imprescindibile e quali esempi di questa gravissima situazione, non penso tanto a Palamara (fin troppo clamoroso e fors’anche gonfiato, per diversi motivi, e quindi banalmente ovvio da citare), ma penso alle parole del Procuratore Gratteri quando …. avvertiva? diffidava? (scegliete voi l’espressione più giusta) in maniera molto poco consona ad un magistrato, i g.i.p. che respingevano le sue (id est, del suo ufficio) richieste cautelari o istruttorie. Penso anche al GIP di quel paese della Puglia che aggiustava processi e che deteneva un arsenale militare in una masseria di sua proprietà. Penso infine al caso Amara ed al comportamento sconcertante (fino ad un certo punto, a dire il vero) di Piercamillo Davigo.

Detto questo, però sembra proprio che l’atmosfera sia da resa dei conti e che la Politica … chi più palesemente (Lega, FdI, Forza Italia), chi più tacendo (PD ed Italia Viva) …. voglia a questo punto arrivare ad un ridimensionamento del ruolo e dei poteri della Magistratura …. trovando il modo di addomesticarla ed utilizzando la parola d’ordine della grande Riforma, per finalmente inserire o reinserire modifiche normative molto limitative.

Poi però c’è una terza categoria: quella di coloro che da sempre ….. hanno sempre tessuto lodi, appuntandosi sul petto il medagliere della battaglia della legalità contro un mondo corrotto, putrescente, frutto sempre di compromessi indicibili, di grandi poteri … e che però non appena subiscono o capiscono cosa sia e significhi l’essere toccati direttamente o indirettamente dalla macchina giudiziaria, improvvisamente si indignano, si mettono a gridare al complotto, od a una Giustizia … (aggiungete l’aggettivo dispregiativo o dal carattere negativo che volete).

E’ stato così con Beppe Grillo che – alla pari di un giornalista dal piglio agit prop televisivo come Giletti o come Gianluigi Nuzzi – si è messo a pubblicizzare l’affare che coinvolge il suo figlio. E’ stato così oggi con Niki Vendola, condannato ad oltre 3 anni oggi nel processo ILVA.

Mi ha molto fatto pensare l’uscita odierna, indignata e violenta, di Vendola, non tanto per il lato umano e logico, quanto perchè Vendola è sempre stato vicino ad una visione molto calvinista del rapporto Giustizia e Politica, facendo proprie tante – giustissime – parole come, il fatto che ci si difende nel processo e non dal processo etc ….. generalmente facendo riferimento ai comportamenti tenuti troppe volte da Silvio Berlusconi & Co. nei numerosi processi cui sono stati sottoposti. Ora che ha subito una condanna sicuramente severa, esplode con una cattiveria e livore verso la Corte d’Assise e la Giustizia in generale che forse neanche Silvio Berlusconi aveva mai raggiunto. Soprattutto, come Silvio Berlusconi, travisa fatti e situazioni giuridiche pro-domo sua.

Ha detto infatti Vendola:

Mi ribello ad una giustizia che calpesta la verità. E’ come vivere in un mondo capovolto, dove chi ha operato per il bene di Taranto viene condannato senza l’ombra di una prova. Una mostruosità giuridica avallata da una giuria popolare colpisce noi, quelli che dai Riva non hanno preso mai un soldo, che hanno scoperchiato la fabbrica, che hanno imposto leggi all’avanguardia contro i veleni industriali. Appelleremo questa sentenza, anche perché essa rappresenta l’ennesima prova di una giustizia profondamente malata.” 

Poi ancora

“Sappiano i giudici che hanno commesso un grave delitto contro la verità e contro la storia. – prosegue Vendola – Hanno umiliato persone che hanno dedicato l’intera vita a battersi per la giustizia e la legalità. Hanno offerto a Taranto non dei colpevoli ma degli agnelli sacrificali: noi non fummo i complici dell’Ilva, fummo coloro che ruppero un lungo silenzio e una diffusa complicità con quella azienda”.

Come leggete parole durissime e che prefigurano chiaramente una campagna sotto la bandiera dell’indignazione per – appunto – una giustizia profondamente malata. Se guardiamo, non diverse da quelle pronunciate da Berlusconi, da Salvini e da Renzi ogni qualvolta sfiorati o toccati.

Proprio per questo, molti potrebbero dirmi: “Allora? E’ ferito è orgoglioso è in pace ocn se stesso e quindi si arrabbia … vorrei vedere te condannato ad oltre tre anni.

Vero, se non fosse che Niki Vendolache per me è e rimane innocente, fino a quando non lo dichiarerà colpevole la Corte di Cassazione – non è stato condannato per partecipazione in associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale ed all’inquinamento …. non è stato condannato perchè sodale/complice della Famiglia Riva. Se fosse stato per questo avrei fatto anche mia la sua indignazione perchè sotto questo profilo a Niki Vendola non si può muovere alcuna ipotesi di collusione con quel sistema scellerato che tanti morti ha causato.

Però Niki Vendola è stato condannato – in primo grado, con sentenza non definitiva e che sicuramente verrà riesaminata in Appello e/o Cassazione – per ben altro reato, cioè per Concussione e in merito ad un episodio interno all’immensa vicenda dell’ILVA, connessa per questo, ma non direttamente alle efferatezze della Famiglia Riva (per i quali è comunque sempre doveroso riconoscere che anche per loro vale la presunzione di innocenza, vista anche la gravità delle pene comminate). Ripeto è un distinguo importante perchè … indica come la vicenda per cui era a processo c’entrava ben poco rispetto a quanto da Lui declamato con rabbia ed indignazione oggi. Un uomo della sua statura ed esperienza politica sa perfettamente come usare le parole, soprattutto davanti alla stampa e pertanto l’evidente divario/iato tra le ragioni declamate e il fatto per cui (provvisoriamente) è stato condannato non può non lasciare l’amarezza per l’evidenza di un calcolo, quasi di una strategia difensiva che cavalca i leit-motif attuale della politica, ovvero l’attacco ad un sistema giustizia che in questo momento è (anche, lo ripeto, per sue gravissime colpe) in situazione di vulnerabilità, ferito e sanguinante e in gravi difficoltà a tappare le ferite ed il sangue che esce.

Rimane pertanto il triste sospetto che anche Vendola si sia dimostrato proprio come coloro che ha sempre attaccato, in una copia del grillismo e del berlusconismo/leghismo, cioè dei peggiori populismi e mali per la civiltà istituzionale e giuridica ….. invece di gridare la sua rabbia perchè si ritiene innocente e quindi vittima di un errore giudiziario, sposta il fuoco delle sue parole sul punto debole del sistema, rivendicando frasi da comizio politico ….. per la serie duri e puri quando si tratta degli altri, ma poi quando toccano te, i Santi diventano immediatamente diavoli e si imbastiscono subito Contro-Crociate contro gli (asseriti) Neo-Demoni …. o ci si trasforma in iene sull’animale ferito.

Da Niki Vendola, presunto non colpevole fino a quando non dirà qualcosa in senso contrario la Corte di Cassazione, non mi sarei aspettato questo, neanche in una situazione sicuramente difficile – quale l’accusa del reato più grave contro la P.A. – e lo vedo come un segno di come il barometro di quella lotta (e non dovrebbe essere tale!!) tra Giustizia e Politica, penda in maniera chiara verso la Politica che matura la sua vendetta, approfittando (sicuramente) dei troppi errori e passi falsi fatti dal Sistema Giustizia nella su autoreferenzialità elitaria.

Questo non è un bel segno per una democrazia, sia chiaro. Non lo è una Giustizia che si autoattribuisce una funzione salvifica di tutti i mali e problemi di un paese, ma non lo è neanche una Politica che in fondo per moti dei suoi componenti rimane desideroso di utilizzare quella frase detta da Silvio Berlusconi (allora Presidente del Consiglio) in un messaggio in tutte le televisioni, per cui i Magistrati che avevano “osato” indagarlo e/o condannarlo …… “saranno puniti“.

……….. anche perchè è la visione che è stata portata avanti in maniera chiara e sfacciata da non-democrazie come l’Ungheria di Orban e la Turchia di Erdogan. Tutti esempi lontani dall’Europa e – molto probabilmente – anche da quello che l’Europa vuole per Noi con la riforma della giustizia.

…….. parleremo pertanto presto della Riforma Cartabia.